Ludovicus Pastor (editor), Acta inedita historiam pontificum Romanorum praesertim saec. XV, XVI, XVII illustrantia Volumen I (Friburg Birsgoviae Herder 1904) , pp. 327-330:
A dì XI de questo advisai Vostra Celsitudine de la grave infirmità del papa. mo li significo, como a Sua Santità è sopravenuto uno fluxo, mediante el quale se dubita non habii ad sopravivere doi o tri di al più, se Dio per sua misericordia non lo adiuta; et stamatina s' è comunicato in presentia de li suoi de casa et dicto parole proprie da vicario de Christo, et demum, che cognosceva le force li mancavano, e benchè li medici lo confortassino, pregando li vescovi erano lì de casa et ogniuno, se la lingua li mancasse, como lui et li altri dubitavano, li dessino li altri sacramenti de la ecclesia, et fessino ogni bona ordinatione de l' anima sua. et per questo 'già le pratiche se strengono de questi r(everendissi)mi cardinali, et credo, quando seguiti el caso de Nostro Signore, deliberarano andare ad Fabriano et li trovarse insieme, per concludere, ove se debia fare la electione del successore, quantunca alcuni se contentariano, se facesse qui, che li pareria fosse ciptà più libera che Roma. ma de loco credo, se deliberava como è dicto ad Fabriano, et in questo insiste Ursino, che già gli è scripto al cardinale de Siena, se ne venga qua senza dimora. non so, se troverà Nostro Signore sopravivo. credo Rohano farà uno bello tracto ad questo papato, perchè ha li suoi Francesi stricti in uno et alcuni Italiani, chi per uno modo, chi per un altro, et magiormente son in questa opinione, perchè tutti li Italiani cardinali tranno ad practicare per si medismi et per consequens la concurrentia loro farà el gioco de Rohano, o qualche cosa cattiva. parendo ad Vostra Signoria scrivere littere de mano propria credentiale in mi ad alcuni r(everendissi)mi cardinali maxime Rothomagensi [d'Estouteville], Sancti Marci [Bembo], Ursino et altri, per aventura saria ben facto; ne dubiti Vostra Celsitudine stianno se non per giovare, et non per nocere; et così al conte de Urbino, el quale è qui tutto vestro cum lo stato et gente et tucte sue facultate, che poteria pur essere, sariano de bissognio, adciò le cose passassino in pace, et ad bono stato de la ecclesia, como son certo Vistra Signoria esserne studiosissima. et per questo Vostra Excellentia vogli sollicitare el signore Tristano [Sforza] ad trovarsi più presto se può cum queste gente in paese per schifare ogni inconveniente una cum lo dicto conte de Urbino potesse seguire, et dovendose fare, vuole tucto essere prestissimo et cum ogne possibile celeritate. in questo mezo io secundo ho scripto ad Vostra Signoria farò in tal forma — benchè il parlare mio sia in tanta arduissima cosa presumptuoso —, che, cada la sorte dove se voglia, Vostra Celsitudine ce haverà parte, et meritamente qualunca ad chi se tocha glie ne remanerà obligato.
Il duxe arivo qui heri cum XII galee et tre de queste erano qui li andoreno contra cum cinque cardinali; io anchora per el debito mio feci armare una belissima fusta et andai dal prefato duxe, da cui insieme cum suoi consiglieri fu recevuto tanto honorificentissimamente, quanto dire se possa, et dicendoli quanto me occorrira per gratificare Vostra Celsitudine, servata tamen dignitate vestra, me respose cum grandissimi regratiamenti, dicendo che, quando bene havesse taciuto quelle parole disse, ne era certissimo, perchè reputava el stato de Vostra Signoria et suo una cosa medesima, et pregòme scrivendo ad quella, lo dovesse salutare et confortare infinite volte da sua parte, quale haveva in luoco de honoratissimo fratello; hinc inde nihil defuit per demonstratione de singulare amore fra Vostra Signoria et al Sua. non è smontato in terra per la indisposizione de Nostro Signore et anchora credo certamente per non intendere de las sua venuta ne sia facto quello caso gli pareva meritare. il che benchè sia forse seguito per la indispositione del papa, pure la cosa è passata così, eet loro sonno de la sua natura. me recomando humillamente ad Vostra Celsitudine.
Anchone XIII augusti 1464.
S[tephanus] archiepiscopus Mediolanensis.
Nardini had been a nuntius of Pius II to the German representatives at the Council of Constance in 1459 [Baronius-Theiner 29, sub anno 1459, no. 55, p. 204].
Nardini became an intimate of Pietro Barbo, who became Pope Paul II. He was one of the instigators of the affair of the rewritten Electoral Capitulations.
©2013 John Paul Adams, CSUN
john.p.adams@csun.edu