Relazione della morte del Sommo Pontefice Clemente Undecimo (Venetia: Appresso Angelo Geremia 1721) [24 pp.], pp. 5-24:
ROMA 22. Marzo
La Domenica terza di Quaresima 16. Marzo il Sommo Pontefìce benche non inrervenisse alla Cappella , celebrò nondimeno, nell'altra fua Cappella secreta il divino Sacrificio: differendo ad un‘altro giorno il prendare alcuni medicamenti disposti da Monfign: Paoli per premunirlo come gl' altrì anni dall' incommodo, che soffriva nel mutarsi della stagione. Si aggiungeva ancora un bisogno particolare in quel dì per la soverchia applicazione del Sabbato, e di gran parte della notte in leggere, e scrivere per gravi affari; ed altri giudicano, che fosse accresciuto l' aggravio del torace, e del respiro, dal freddo ambiente delle Camere, ove stavano i libri, e registri delle scritrure, volute da lui vedere e considerare fecondo il suo costume di non risparmiare fatica, nè incommodo: nelle premure del suo ministero.
Nel Lunedì mattina celebrò parimente la S. Messa, e diede alcune udienze a’ Prelati, frà quali Monsign. Crispi Arcivesc. di Ravenna, che doveva partire per la sua Chiesa. Ma verso l’ ora del mezzo dì sorpreso da freddo molto sensibile, e straordinario, a cui seguì un gagliardo attacco di febbre, fu obbligato di rendersi al letto. Duro il freddo sino alle 3.ore con i polsi alquanto bassi, e sottesi con tosse più convulsiva, che umorale, è ciò ch’espurgava era una linfa viscida macchiata con strisce di sangue, come era in consuetudine di espurgare dalle fauci, e dal palato qualunque volta era incommodato da simili tosse convullsive. La notte riscaldatosi la passò con inquietudine, e senza sono e con qualche alienazione di mente. La mattina del Martedì offervandosi la febbre di maggiore violenza con polsi ineguali, a talvolta intercisi si viddero le salive spumose mischiate col sangue a luogo oscuro, ma il più delle volte florido con tosse ben violenta: dimostrandosì l’ attacco de’ polmoni: Onde avvertita subito la Santità Sua da Monsign. Paoli della gravezza del male, I’ Eminentissimi Paulucci, & Albano fecero chiamare il Reverendiss. P. Maestro del Sagro Palazzo Sellari suo Confessore, acciò avvisa alla Santità Sua che stante il pericoloso stato della sua vita, dovesse munirsi de’ Santi Sagramenti, il Reverendiss. Padre non mancò di eseguire quanto gl’ era imposto, e trovò la Santità Sua dispostissima di prontamente eseguir tutto, e doppo Confessatolsi e fatta la Professione della S. Fede, che non potere ella medesima leggere stante la gravezza del Male, la fece leggere al Reverendiss. P. M. del Sacro Palazzo suo Teologo; e fattosi immediatamente vestire, con mettersi il Rocchetto, Mozzetta, e Stola, ricevè il SS. Corpo del Signore per Viatico alle 20. ore; e coppo il rendimento di grazie fatti a se venire l’Eminentiss. Sig. Card. Albani, e l’Eccellentiss. Sign. D.Carlo suoi Nipoti, li disse, che la moderazione pratticata in benedicarli era stata attenzione di sua coscienza: che pensassero a divenire santi, ch’ è l’unico affare eterno, a cui le temporali cure debbono essere dirette, e datali la benedizione li conigedò.
All’ Eminentiss. Paolucci Sommo Penitenziere dopo di aver chiesto perdono di qualunque molestia avesse potuto darli in vita nello spazio di 20., e più anni del Pontificato, l’ attribuisse a siachezza umana, e non a diffetto, di sinistra volontà ma perche si trovava in stato nel quale il tempo li era pretioso, et il pericolo di sua vita pendeva a momenti, non poteva stendersi ad altri atti più espressivi per mostrarli i sentimenti del suo core, dovendo pensare per questo poco di tempo, che la Divina Misericordia li dava, a restituire l’Anima al suo Creatore; ma che aveva affidata la sua intenzione di fare quegli atti che si dovevano con tutti al P. Maestro del Sagro Palazzo suo Confessore, e che dal medesimo con maggior chiarezza averebbero sentita la sua volontà; et il detto Reverendiss. Padre Maestro rispose, che averebbe puntualmente eseguito con ciascheduno quanto la Santità Sua gli aveva commandato, e confidato; li affidò anco l’ufficio di assistergli nel gran passaggio, assieme con Monsign. Olivieri Sagrista, e suo Cugino da cui gli fù amministrata la estrema Vnzione verso l’ ore 3. di notte in presenza del proprio Paroco, del Reverendiss. Padre Maestro del Sagro Palazzo Sellari suo Confessore, del Reverendiss. P.Vicario Generale di S. Domenico, del Reverendiss. P. Don Gio(vanni) Battista Fiorentini Generale di S. Bernardo, e delli Reverendissimi Padri Generali delli Crociferi, e della Compagnia di Gesù, oltre li consueti Penitenzieri di S. Pietro: dispose in somma tutto il rimanente di quel tempo gli restarebbe di vita per impiegarlo unitamente con loro in pensare unicamente al Signore, e a tutti i modi, di rendergli l’Anima purificata con la grazia divina. Questa ferma intenzione del S. Padre di escludere ogni altro pensiero, ed accesso fece si, che niuno degli Eminentiss. Signori Cardinali concorsi il Martedì al Palazzo, e rimasti nella sua Anticamera molte ore per attendere fe fossero chiamati a servirlo in quell’ estremo, restase introdotto. La Maestà del Rè d’ Inghilterra desiderando di esercitare seco tutti gli atti di figliale pietà, e gratitudine, che espresse doversi alla Paterna tenerezza di Sua Beatitudine, fece penetrare al Sig. Card. Albani le sue premure di rendersi ancora in Persona a Palazzo, se fosse ciò praticabile: Ma non potendo il Sig. Card. prendersi l’arbitrio di assicurarlo, che lo stato aggravato del Papa permettesse di fargli penetrare per altri questa sua brama, avendo egli stesso ricevuto l’ultimo Addio, si acquietò al giusto riguardo, e portosta con la Maestà della Regina sua. Conforte alla Chiesa di S. Ignazio, ove per la Novena del Santo Patriarca Giuseppe era l’Esposizione, per offerire a Dio preghiere per il S. Pontefice. E appunto nel giorno della Festa del Santo Protettore de’ Fideli in punto di morte iI quale CLEMENTE XI. hà cornposto l’ Officio proprio da recitarsi da tutto il Clero, gli toccava a passare da questa a miglior vita. Tutta la mattina avendo ancora libero non solamente l’ uso della mente, ma quello ancora della parola, passò ripetendo i versetti di Salmi, e dell’altre Preci, che secondo il Rituale Romano, e la di lui devozione particolarmente verso la SS. Vergine gli venivano fuggerire, e lette dagli Assistenti. L’intendere, che ancora spora viveva, fece risolvere la Maestà del Re d’Inghilterra di portarsi in persona al Quirinale per dare nuovi contrasegni del suo costante asserto per Sua Santità; e poco appresso alla di lui partenza sull’ ora del mezzo giorno, ch’ era quella del nuovo accesso di febbre preveduta da Medici per la più pericolosa di sua vita, mancandogli le forze per pronunciare le parole, e socchiudendo gli occhi, andò poco a poco diminuendosi ancora il respiro. Rinovarono allora i Generali Assistenti con l’Eminentiss. Sig. Card. Penitenziere, e Reverendiss. Padre Maestro del S. Palazzo le Preci consueti della raccomandazione dell’ anima, fino a tanto che spirò placidamente tre quarti d’ ora doppo il mezzo giorno, in età d’anni 71, mesi 7, e giorni 27.
A fine sì esemplare erassi disposto fin dalla prima fanciulezza, con l' esercizio delle Cristiane virtù, che fra tutti le distinsero in ogni età, e in ogni grado nella frequenza di questa Città Capo della Cattolica Religione; ove condotto dal Padre negli anni piu teneri, quasi uno de' primi allievi, a piedi de' Santi Apostoli, fù rimirato come uno specchio, ed esemplare di virtù e nelle Scuole, e nelle Accademie, e nelle Corti, e ne' Tribunali, e nel Clero, e nella Prelatura, e nel Spuremo Grado del Sacerdozio. Prove del concetto d' integrità di costumi congiunta al sapere, e alla prudenza, in lui riconosciute da' personaggi li più capaci per giudicarne, sono la scelta fattane da Pontefici suoi predecessori negli affari più rilevanti, oltre a quella della fu Regina di Svezia per l'ornamento delle lettere. Da che la Santa Memoria d'Innocenzo XI. chiamollo a Palazzo doppo la morte del Card. Slursio per essere Segretario de' Brevi, il prossimo Successore Alessandro Ottavo appena incominciato il quinto mese del suo Pontificato, lo creò Cardinale in età d'anni 41. e l'altro non meno glorioso Papa, e Giudice, e rimuneratore magnanimo della virtù Innocenzo XII, fù così persuaso della sua prudenza, ed integrità, che appena eletto Pont4efico, lui solo volle per tre giorni continui per assistere a far seco la scelta di que' ministri, che lo ajutarono a rendere così glorioso ildi lui governo; dopo del quale ne tempi i più difficili la Divina Providenza lo scelse a reggere per anni 20 mesi 3 e giorni 26. la Chiesa in qualità di Vicario di Cristo.
Proporzionato all' universale concetto di sue virtù fù il dolor pubblico nell' intendere la nuova per noi funesta essere rimasti privi di Padre così amoroso. Con le consueto formalità il Sig. Card. Albani Camerlengo, desgnissimo Nipote portatosi alla presenza del di lui Cadavere verso le ore 23. con li Monsignori Cherici di Camera, cioè Altieri Decano, Molari, Colonna, Ricci, Cavalieri, Negroni, Palaggi, Sardini, e Sacripanti, et entratti nella stanza, ove stava il defonto Pontefice, si pose Sua Eminenza inginocchioni senza Coscino, quale ricuso per atto di riverenza, e dopo detta l'Orazione, e tatali l'asperges, il Notaro Segretario di Camera fece la ricoghnizione del Cadavere, il quale stava sopra il letto coperto nel medesimo modo, che era spirato, e mentre il Sig. Cardinale si accostò al letto dal Sig. Marc' Antonio Andriani Aggiutante di Camera del Papa li fù scoperta la faccia, e susseguentemente Monsignor Rasponi Pro-Maestro di Camera consegnò a Sua Eminenza l'Anulo Piscatorio, ad effetto di consegnarlo alli Signori Cardinali nella prima Congregazione, e letto dal sudetto Notaro Segretario, che sempre stiede inginocchioni, li due Strumenti del rogito, e della ricognizione del cadavere, e della consegna dell' Anulo, S. E. con tutti i sudetti Prelati inginocchiatosi di nuovo bacciarono al Sommo Vicario di Cristo non senza abbondanza di lagrime i piedi.
Uscito l'Eminenza Sua all' Anticamera si scoperse il Rocchetto, e passando per il Pontificio appartamento scese per la Scala Regia, ove postosi in carrozza con fiocchi, accompagnato da' Prelati sudetti, e circondato dalla Guardia Svizzera parte con Alabarde, e parte Con Colletti, e Fucili, preceduta dal loro Capitano Sig. Gio: Corrado Phiffer d' Altishoffen a cavallo, si portò al suo Palazzo alle quattro fontane.
Immediatamente il Campidoglio con l' orrido suono del suo Campanone diede alla Città l'infausta nuova della morte del Vicario di Cristo, Sommo Pastore del Cattolico Ovile, e suo Principe; non può credersi come ogn' uno restò sprpreso, mentre fù prima sentita la moret, che l' infermità anzi li più restarono increduli, parendo una specie di lampo tal novità; ma vedendosi poscia aperte le Prigioni, e datasi la libertà a' Carcerati, de' quali li più aggravati da' delitti la notte antecedente si erano mandati in Castello per meglio custodirli, non senza lagrime, et afflizione vi diedero la credenza.
Giovedì 20. circa le ore 21. fattasi l' apertura del cadavere, furono ritrovate le viscere dell' infimo ventre di buona costituzione. Ma nel medio ventre, ò sia torace apparve il grave danno ne' polmoni, e particolarmente dal sinistro lato ove il sangue stagnante aveva cominciata cancrena. Nel centro superiore il cervello fù riconosciuto d' ottima struttura, con la sola osservazione di alquanto di linfa attraversata nella violenza del male
La stessa sera dunque dopo esser stato per quel giorno esposto nella stanza ove è solito farsi il Concistoro dalla parte della Sala oscura, vestito con sottana, mozzetta, e camauro, assistito da molti RR. Padri Gesuiti Penitenzieri di San Pietro, quali da che fù spirato continuamente recitarono le Sagre Preci, et ivi concorle innumerabil popolo per vederlo, e baciarli il piede; passate le due ore della notte, detto cadavere disteso dentro una lettiga nel medesimo modo vestito, ma col Cappello, e senza Stola, e senza Croce, precedendo 2. de' Cavalleggieri, e due Sordine, il Capitano della Guardia Svizzera tra le Guardie, et il Sig. Abb. Venanzio Filippo Piersanti uno de' Maestri delle Cerimonie Pontifice a cavallo vestito con soprana pavonazza (accompagnato da' Servitori di Palazzo, et intorno alla lettiga dalli sudetti Penitentieri con torce accese) salmeggiando, immediatamente in carrozza andava Monsig. Giudice Maggiordomo, e seguitato da serte Cannoni, e dalla Compagnia de' Cavallegieri, che è la Guardia del Corpo con bandaruole, e Stendardo rivolto, e da quella delle Corazze con Sordine, e Timpali scordati, fù portato alla Cappella Sistina del Palazzo Vaticano. Nè qui può descriversi il concorso del Popolo, che stava, e per le strade, e per le fenestre, nè la quantità delle carrozze, mentre con gran fatica vi si passave, per esservi concorsi quasi tutti gl' abitanti.
Nè mancarono li Maestà del Rè, e della Regina d'Inghilterra essere a vedere il loro amoroso Padre dal balcone di Madama Ursini, et a tal vista non poterono contenere d' intenerirsi.
Arrivato in S. Pietro, e postosi dentro la Cappella Sistina, gl'accennati Penitenzieri lo spogliarono degli abbiti domestici, e lo vestirono con gl' abiti pontificali di color rosso, cioè rocchetto, camisce, dalmatiche, pianeta, fanone, che è il segno della Chiesa Greca, il Pallio, mitra di tela d'oro, et alli pietdi li due Cappelli Pontificali di velluto rosso, li quali il sommo Pontefice fa portare per grandezza nelle pubbliche funzioni da due Camerieri segreti, e messo detto cadavere sopra una bara portatile in forma di letto funebre circondato da torce nel mezzo di detta Cappella assistito all' intorno dalli nomati Penitenzieri di S. Pietro con cotta, e stola, che li recitavano Salmi, et altre Preci, mentre, che la Sign. Card. Tanara Decano, Giudice Vescovo di Frascati, Paulucci Vescovo d' Albano, Barberini Vescovo di Palestrini, Corsini, Aquaviva, Gualtieri, Vallemani, Paracciani, Fabroni, Priuli, Conti, Zondodari, Corradini, Tolomei, Scotto, Nicolò Spinola, S. Agnese, d'Althann, Salerno, Panfilj, Imperiali, Altieri, Colonna, Albani, et Olivieri, fecero nella stanza de' Paramenti la prima Congregazione, nella quale primieramente fù fratto collo scalpello l' Anulo Piscatorio, che consignò l'Eminentiss. Sig. Cardinal Albani Camerlengo, et il Sigillo del piombo della Cancellaria Apostolica. Fù a pieni voti confirmato nella sua carica Monsignor Falconieri Governatore di Roma. Fù dichiarato Governatore del Conclave, o di Borgo Monsignor Bartolomeo Ruspoli Protonot. Apost. Participante. Furono eletti per Sopraintendenti alla construttura del Conclave li Sign. Cardinali Barberini, Corsini, Altieri, et Albani Camerlengo. Fù dato l' incombenza per fare l' Orazione funebre al Sign. Abb. Lucchesini; e quella de eligendo Summo Pontifice a Monsign. Camillo Mari Vescovo d' Aleria.
Terminata detta congregazione li Signori Cardinali suddetti, de' quali le Creature del defonto Pontefice avevano il Rocchetto senza merletto, e senza amido, e con sottana con bottoni pavonazzi, si portarono alla detta Cappella, ove stava tutoo il Clero della Basilica Vaticana con torce accese, e dopo che dalli Cantori della Cappella fù cantato il Libera, dal Sig. Canonico di S. Pietro Ricci con piviale fece l' Assoluzione, precedendo la Croce della Basilica, e col suo Clero processionalmente fù portato in Chiesa il cadavere da milti di que' Beneficiati, e Chierici circondato dalli nominati Penitenzieri, e dalla Guardia Svizzera, seguendo appreso tra le Guardie li sudetti Sig. Cardinali processionalmente.
Detta Bara fù messa in mezzo della Chiesa circondata di torce, et ivi postisi li Sign. Cardinali à sedere ne' banchi, secondo l'ordine, li Musici della Basilica cantorono il Libera, e Monsign. Nicolai Arcivescovo di Mira, Vicario della medesima vestito pontificalmente fece l' assoluzione.
The Rè d' Inghilterra was the Young Stuart Pretender, who was living in exile in Rome with his wife.
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