N. Barozzi and G. Berchet (editors), Relazioni degli stati europei lette al Senato dagli Ambasciatori Veneti nel secolo decimosetto Serie III. Italia. Relazioni di Roma. Volume II (Venezia 1878), pp. 423-424:
....Nel corso del mio lungo servizio [1683-1691], dei cardinali veneti ho conosciuto il cardinale Pietro Ottobono, creatura di Innocenzo X, le di cui qualità basta a riflettere nell'aver saputo condursi al Pontificato.
Il cardinale Basadonna creature di Clemente X, la di cui morte [October 6, 1684] mi convenne piangere il secondo anno della mia permanenza, soggetto il di cui valore e talento nelle cose politiche, l' ha esperimentato l' Excellentissimo Senato, e nelle ambasicate da esso sostenute, e nella regenza di Brescia, e nei lunghi servigi nell'excellentissimo collegio, ma che non minore s' era guadagnata in quella corte l' estimazione ed ha fatta riguardevolissima figura, ed era svisceratissimo per la patria, e si impiegava con zelo e con risoluzione nei suoi vantaggi, ondeè mancato un gran capitale agli ambasciatori di VV. EE. colla sua morte.
Il cardinale Delfino e il cardinale Gregorio Barbarigo, ambedue creature di Alessandro VII, uno patriarca di Aquileja, l'altro vescovo di Padova, ed obbligati alle loro residenze, non sono stati al mio tempo in corte, che nulla occasione del conclave di Alessandro VIII. Sono soggetti di quell' alto merito di virtù e di credito, che sa il mondo tutto. Talchè la nazione quando viveva il sudetto Basadonna e Ottoboni aveva quattro uomini cardinali, che per giudizio di tutti, nè mai prima la Repubblica, nè altra nazione può vantare un unione di tanta riputazione.
Innocenzo XI nella promozione dei principi vi ha aggiunto il cardinale Marcantonio Barbarigo et Colloredo, di santissimo concetto e di un candore angelico, mostrato in tutto il tempo della sua vita.
Creato pontefice poi il cardinale Ottoboni, egli ha promosso alla porpora due suoi nepoti cioè il nuovo cardinale Ottoboni ed il cardinale Rubini, così che i cardinali veneti da me veduti in Roma sono stati otto, ed ora restano viventi sei, cioè: Delfino, Colloredo, Barbarigo di Padova, Marcantonio Barbarigo, Rubini e Ottoboni, delli quali rispettivamente alle loro qualità particolari e vocazioni, può l' Excellentissimo Senato sperare ogni vantaggiosa assistenza, nelle occasioni d suo servizio e che sieno per farsi conoscere figli di questa serenissima Patria, così bene questi ultimi, come l' han fatto conoscere i primi, che per il molto tempo che sono cardinali, hanno avuto le molte occasioni di farlo. Il cardinale Ottoboni resta capo di una fazione considerabile di 12 cardinali, che detratti Fonobia [Forbin?] e Giudici, dipendenti l'uno di Francia l'altro da Spagna, restano dieci. Può perciò nelle occasioni giovar molto ai pubblici interessi, ed inoltre essendo la casa Ottoboni, apparentata con le case Barberini e Colonna, e in conseguenza Altieri, sarà tanto più autorevole ed utile nelle esigenze del pubblico servizio. Ed oggi è vero che la Repubblica è munita di tali assistenze per il numero, qualità e potere, dei cardinali suoi nazionali che mai prima di gran lunga, è stata in posto tale e di tanta autorità.
©2011 John Paul Adams, CSUN
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