SEDE VACANTE 1676

(July 22—September 21, 1676)


Testimony of Dr. Ioannes Maria Lancisi
on the Death of Pope Innocent XI




Thomas Montecatinus, Antonius Franceschettus (Procurator causae), Prosper Lambertini (Fidei Promotor), and Ioannes Zuccherinius (Subpromotor fidei),  Beatificationis et Canonizationitionis ven. servi Dei Innocentij Papae Undecimi Positio super Dubio an sit Signanda Commissio introductionis Causae in Casu (Romae: Typis Reverendae Camerae Apostolicae 1713), pp. 207-208:

 

Decimus septimus Testis Illustrissimus Dominus Ioannes Maria Lancisius aetatis sua annorum 39.,  nunc Sanctissimi D. N. Papae Medicus.

 

Il Servo di Dio morì nelle sue Stanze del Palazzo à' Monte Cavallo alle ventiuna hore, e trè quarti del Venerdì dodici Agosto mille seicento ottantanove d' una Infermità, che durò cinquanta otto giorni continui mista di febre, di resipole, di accessi supportati alli piedi, e di Podagra, che con le piaghe, e con le sistole negli' articoli de' piedi le facevano soffrire un indicibile martirio, alle quali gravissime Infermità vi era aggiunto un male de Reni, che di trentatre anni in dietro l' haveva continuamente afflitto, e questo consisteva in due grossissime pietre, che occupavano internamente li Reni, li quali riconosciuti doppo la morte d'una grandezza smisurata, e che simili negli autori, et istorici medici no ne hò rinvenute per quanto studio io m' habbia fatto, mi fù di gran stupore, e la credei come cosa sopranaturale, che otturando ambe le pietre l' infondibili degl' ureteri potesse l'orina separata dalla scorsa de reni scorrere per li canani ostrutti nella vessica, ma si reconobbe per porvidenza spetiale di Dio, che alli fianchi delle pietri erano scavati alcuni come canaletti, che davano il passo all'orina, mà erebbe in oltre in me la enaraviglia nell'osservare, che dalle pietre si ear affatto consumata la sostanza de reni, e solo vi era rimasta in ciascuno una grossa membrana, che come una borsa divideva, e stringeva la pietra.  Si che è gran stupore, che le viscere de reni destinati alla separazione dell'orina, benche mancassero nella maggior loro mole, anzi nella piu cospicua e necessaria, bastassero nulla di meno, e servissero al naturale loro ministero. 

L'oppinione poi con che il detto Servo di Dio morì certo è che fù di gran santità imperoche oltre gli atti di grande heroica virtù da lui essercitata in vita vi concorsero quelli d'un incomparabile sofferenza, in tutto il detto tempo dell' ultima sua infermità; imperoche se la febbre avuta di mezz'estate si rende insoffribile senza gran smanie, gran querele, et impatienze degl' infermi, quanta maggior sofferenza deve argumentarsi, che fosse nel Servo di Dio tormentato, in oltre dalla Podagra, dalle resipole, e quel che più importa dalle suppurationi, e dalle piaghe aperte sopra la podagra, e pure questi mali, che separamente in ogn'altro haverebbono portato all' Infermo esterna smania, et inquietudine nel Santo Pontefice lo non offervai gia mai minimo atto d'impatienza, e solo di quando in quando prorompeva in quelle parole "Oh Dio, Ò Salvator mio", et è cosa maravigliosa, che per raggione di detti mali dovendo essere il Servo di Dio incapace di consideratione al comodo di chi gl'assisteva, nulladimeno à me in particolare accadde, che il Servo di Dio avvertisse al mio incommodo di stare in piedi molte hore ad assistergli, nell'hore più calde, mi disse più d'una volta, che io passasssi dal'altro lato del letto, dove ci era il commodo di appoggiarmi al muro, et in sollevarlo una volta Monsignor Muggiaschi sopra del letto notando il Servo di Dio l' incommodo della Fameglia con gran mansuetudine disse loro, "Perdonatemi, compatitemi," il che provocò le lagrime ad ogn'uno presente.

Havendoli poi quattro, ò cinque giorni prima del morire dato l' avviso della sua morte imminente per mezzo di Monsignor Muggiaschi me presente fù, dal Servo di Dio ricevuto senza minima turbatione, ò tristezza, anzi devo dire di più, che io non viddi mai il volto del Servo di Dio per l'avanti più lieto, e più giulivo di quella notte in cui riceve detto avviso, doppo del quale disse subbito con un gran spirito, "Chiamate, chiamate chi bisogna":  Volendo intendere il Confessore, e Monsignor Sacrista, che subbito furono chiamati, e da essi recevè li Sacramenti della Confessione e della Communione, dopo che hebbe ricevuto il Sanctissimo Viatico toccandole io il polso lo trovai tutto mutato da quel di prima, era dianzi freddissimo, divenne poi doppo tal funtione caldissimo, e l' arteria per prima debole et ineguale, si commutò in vogorosa, e molto quieta, dal che è forza di dedurre, che quel gran calore, che pareva di fuoco non fosse effetto naturale, ma un prodotto da quel gran furore di spirito cagionatole dall'haver ricevuto il Signor Sacramentato:  due giorni doppo la buona memoria del Signor Medico Tiracorda fù alla visita del Servo di Dio, et havendolo trovato più quieto le disse, "Padre Santo, si potrebbe ancora guarire," mà il Servo di Dio non accettando in verum modo questa speranza disse, "O questo no?"  Entrando io successivamente la sera, e toccandoli il polso al primo tatto il Servo di Dio m'interrogò quanto io credessi, che gli rimanesse di vita, e rispondendole io, che per raggione di vigore di polso vi era ancor da patire per qualche giorno, chino subbito il capo. e disse quelle parole del Salvatore, "Verumtamen fiat voluntas tua," dalle quali potei argomentare quanto fosse ardente il suo desiderio d'andare a godere in Cielo l'eterno riposo.

Ricevè parimente con una singular devozione l'Olio Santo, e benche debolissimo nell'atto di riceverlo da per se medesimo si cavò il berettino dicendo alcune Orazioni con tanta allegrezza di spirito, che non potendo dirsi, che procedesse dall'umanità, che in tali occasioni, e tutta fiachezza, e umore, bisognava dire, che derivasse dalla gratia sopranaturale, che in special modo risedesse in quella grand' Anima, o di più è, che spesso sentivalsi dire quelle parole del Salmo, "Quonima tu Domine singulariter in spe constituisti me."  Ne due vicini giorni il Servo di Dio fece chiamare il Signor Cardinal Coloredo Maggior Penitenziero, come anco il Maestro del Sacro Palazzo, e da detto Signor Cardinale ricevè l' assolutione et in detti due giorni ricevè più volte la raccommandatione dell' Anima dalla sua bocca altro non si sentiva, che parole ripiene di amore verso Iddio, e di singolar fiducia nella sua Divina Misericordia;  Il Venerdì [Friday, August 12] circa le hore undeci perdè la parola, et obligato dalla difficoltà del respiro fece cenno d'esser alzato, come seguì con il Tronco à mezz'aria ponendovi dietro cuscini per il qual sollevamento restò con la testa un poco inchinata alla destra, e con gl'occhi fissi al cielo, et in questa positura stiede tutto il tempo dell' agonia, e spirò con le mani insieme unite sul petto, e quasi che in quel tempo rimanesse preoccupato da una specie di soavissimo sonno, che suol dare Iddio alli suoi diletti nella morte.

 



Doctor Giovanni Maria Lancisi, Canon of S. Lorenzo in Damaso:  Prosper Mandosius, "Theatron," p.85, printed as an appendix after the Index, in Marini's, Degli archiatri pontefici II.

Doctor Joannes Tiracorda of Fermo was one of Innocent X's physicians: Prosper Mandosius, "Theatron," p. 87.

One of the authors of this report, Prosper Lambertini (1675-1758), was a Doctor of Theology and Doctor in utroque iure (Sapienza, 1694).  He was Assessor at the SC Rituum from 1712, and later wrote the definitive handbook on the Canonization of Saints, De canonizatione Sanctorum, in four volumes.  He was created Cardinal in 1726, and was elected Pope Benedict XIV in 1740.

 

 

 


March 14, 2015 10:15 PM

John Paul Adams, CSUN
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