Sede Vacante 1644


July 29, 1644—September 15, 1644

Letter of Cardinal Jules Mazarin to his brother Michele Mazzarini, OP

(November 25, 1644)


A. Chéruel (editor),  Lettres du Cardinal Mazarin pendant son Ministère   Tome II (Paris 1879),  pp. 98-105, no. xlvi:

 

Di parigi, li 25 novembre 1644.

Arrivà qui alli 20 del caduto Girolamo corriere con i dispacci di V. Paternitate Rev.mo la quale come doveva assoltamente persistere sempre in rifutare le proposte fatteli per parte di Nostro Signore dal cardinale Spada sopra l' accommodamento de Barberini con questa Corona; così l' havervi dato orecchie, et essere poi condescesa à fare la sudetta speditione, m' è stato d' estremo dispiacere, poiche se bene non ci vien' tolta la libertà di pigliare sopra di ciò le debite rissolutioni, può non dimeno una tal' facilità trovata in Vostra Pat. reverend(issi)ma haver cagionato nello spirito di chi hà procurata la detta speditione, che potesse haver buon'esito. massime che si saranno persuasi che le ricompense, che si assicurave alla sua persona, sarebbe stato un stimolo à portarle in negotio con ogni efficacia, e pure dalle nuove che si ricevono universalmente di Roma, ogn' uno è d' accordo, che li soli cardinali Spada e Panziroli siano persuasi, che il Papa debba offendersi del trattamento fatto contro il cardinale Antonio, e che la Francia debba rimediarvi col reintegrarlo nella sua gratia.  E se bene il Papa hà acconsentito, che si facesse questa instanza per sodisfare à quelle, che li detti signori cardinali gl' hanno fatte con tanto ardore, ad ogni modo sono avvisati da diverse persone ben' informate, che Sua Santità non se ne cura punto; il che e ben verisimile, poiche essendo costante, che la Santità Sua non ama li Barberini, come potrebbe haver caro di vederli sotto la protettione di questa Corona?  però i cardinali Spada e Panziroli sono assai ragionevoli et informati delle cose del mondo per dredere che il Papa non dovesse interessarsi in affare simile, mà come sono stati gl' instrumenti per obligare il cardinale Antonio à non havere riguardo alla sua riputatione, così vorebbero à spese della dignità di questa Corona testificare un apparente gratitudine al detto signore, che si abbandonò nel conclave à i loro consigli, mà non dovranno maravigliarsi se, col ritorno del detto corriero, l' ambasciatore vien' richiamato in cambio d' haver ascoltata la detta propositione, essendo la congiuntura sola quella che lo porta, et il non essersi saputo prima il negotiato del marchese di Santo Vito con l' ambasciatore nell' affare de' biglietti.

A questo si aggiunge che detta speditione sia seguita senza participatione del signor cardinale Bichi, e pure per tante strade hò fatto in diversi tempi pervenire à Vostra Pat. Reverend(issi)ma, ch' ella non poteva più pienamente incontrare il mio gusto e sodisfare à quello di Sua Maestà e di tutto il consiglio, che con l' essere assidua à servire il detto signore, stringersi in confidenza seco, et in fine non operare cosa alcuna mai se non col suo parere e consiglio, et hora al contrario la vedo in una manifesta diffidenza col detto signore.

Quando questo personnaggio non fosse, come è in stima di tutto il Regno, creduto incorruttissimo, di fede e di zelo incomparabile per questa Corona, il sapere solamente che io lo tengo per un amico più sviscerato e fidele che io habbi al mondo, pare à me che dovrebbe esserle stimolo bastevole à governarsi com' ella deve, io desidero, è compete anche à gl'avantaggi proprii di lei.  Questa però sia l'ultima che io senta, e di qui avanti Vostra. Pat. procuri di torre al signor cardinale Bichi ogni sospettione, ò diffidenza, che havesse per il passato potuto cagionarle la fredezza con che ella ha trattato seco, defferendo in tutto e per tutto à suoi prudentissimi consigli.

Quanto poi al negotio, che hà dato luogo alla speditione del corriero, bisogna che i signori cardinali Spada e Panziroli, ch' hanno voluto rimostrare à Nostro Signore l' obligo nel quale Sua Santità era di rappaattumare le cose de' Barberini con questa Corona, habbino assolutamente creduto che Sua Maestà fosse un Rè di stoppa, e capace di prendere le rissolutioni per capriccio senza haverle prima maturamente essaminate, mentre si sono immaginati che, doppo una dichiaratione così giusta e come tale applaudita contro il cardinale Antonio, potesse sua Maestà ritrattarsi in pregiuditio della propria dignità e riputatione che non in altro modo poteva essere messa al coperto.

Siamo certi che al prudentissimo giuditio di Sua Santità debba essere di motivo à lodarsi non poco della Francia doppo le cose passate: l' havere la Maestà Sua distinta l' attione del cardinale Antonio e di quelli, che sono concorsi con lui,  dall' effetto ch' hà prodotto, mostrando un giusto sdegno per il disprezzo fatto da sua Eminenza e da gl' altri della volontà et ordini di Sua Maesta, doppo essere stato il detto cardinale l'instrumento principale ad impegnare la Maestà Sua all' esclusione del cardinale Pamfilio; et l' haver Sua Maestà mostrato molto gusto dell' avantaggio, che dal mancamento del sudetto cardinale n' era rissultato à Sua Santita, sapendo Sua Maestà molto bene che la Santità Sua possiede in sommo grado le qualitate necessarie per il buon governo della Sede Apostolica, per procurare il riposo et ogni maggior bene alla Christianità, e per credere alle dichiarationi fatte di voler nell' essercitare la carica di Padre Commune fare apparire in tutte le occasioni quanto questa Corona si debba promettere dal suo benignissimo affetto.

Mà quando pure da Sua Beatitudine si volesse insistere maggiormente in questo negitio, ancorche al contrario paria che dovesse Sua Santità dolersi non poco della pessima condotta del cardinale Antonio nell' havere non meno publicato i suddetti biglietti, che in essere stato lui solo, che hà havuto la principale parte della sua confidenza, avessero fini più reconditi, come di far nascere occasioni di digusti trà Sua Santità e questa Corona, mettendola in impegno d' una cosa visibilmente contro la dignità della Francia, et l' altra, che quei medesimi signori volessere concitare contro Sua Maestà l' odio di tutti prencipi della Christianità, adottandole la protettione d' una casa della quale ogn' uno si chiama sensibilmente offeso.

Non è che non vediamo bene che i Barberini sono per fare indignità grandissime con oggetto di procacciarsi la protettione dell' altra Corona, e non sappiamo che non lasciano indietro diligenza alcuna per quest' effetto con i ministri che sono in Roma, e non le trascurano in Spagna ancora, mentre vi hanno ultimamente spedito un corriero che passò per Genova in tutta diligenza, che non volse ne meno ricevere lettere d' alcun particolare, mà oltre che i prencipi loro nemici dichiarati, irreconciliabili, sono più considerabili appresso quel Rè, et hanno credito bastante per impedirgliela, quando pure questo seguisse, non si deve presupporre che habbino da servire i Spagnuoli, da quali sono stati sempre strapazzati, con più fedeltà di quella che hanno dimostrato verso la Francia, dalla quale all' incontro hanno ricevuto favori e carezze.

Mà frà l' altre cose m' è stato molto sensibile il vedere che dosti habbino voluto commettere questo negotio con l' avanzamento di Vostra pat. reverend(issi)ma, come se i miei proprii interessi potessero farmi dimenticare quelli della Corona. Fin qui non hò tenuto tal condotta, nè alcerto sono per cominciare adesso; anzi stimarei mia gran fortuna di poter incontrare occasione, nella quale mi fosse permesso di sacrificare la vita e la robba in servitio et avantaggio di questo regno, di che i Barberini ne hanno più d' ogn' altro notitia per il disprezzo, che hò sempre fatto del cardinalato, quando ancora era incerto, promovendo con ogni mio potere le cose che erano da loro disapprovate, quando credevo di complire à questo Regno et alla mia riputatione di farlo.

Non è dubbio che Sua Maestà a tante gratie che si degna compartirmi, aggiunge quella ancora da desiderare con ardore l' avanzamento di Vostra pat. Reverend(issi)ma, et è rissoluta di ascrivere questa dimostratione, quando segua, à gratia singolare, che se le faccia da Sua Santita; mà lontano che vi voglia con diminutione dell' honor proprio, anzi si stima convenirsi molto più a gl' interessi di Sua Santità et alla gloria del suo pontificato, che a noi stessi, mentre, à parlare sinceramente, tutta la Corte et i parlamenti del Regno si sono messo in testa che noi habbiamo hora un Papa spagnuolo, fondati nella partialità che presupponagono habbia Sua Santità dimostrato sempre,  quando era prelato e cardinale, verso quella Corona, nell' allegrezza che s' intende farsi universalmente da tutti i ministri della casa d' Austria di questa elettione, e nel credere che Sua Santità nelle protestationi d' affetto, doppo la sua assuntione, per questo regno, dissimuli, serbando nel cuore il disgusto dell' esclusione fattali da questa parte; e questo è tanto vero, che benche le propositioni siano state intieramente rigettate, non vi sono mancate persone gravi nella Corte ch' hanno messo in dubbio, se dovesse essere accettata la mediatione di Sua Santità per la conclusione della pace, e di Munster medesimo è stato scritto in questi termini: essere necessario che Sua Santità ci dia prima sicurezza almeno morale, con qualche effetiva dimostratione, dell' affetto suo che in essa sia per portarsi da Padre Commune.

Ne si reca poca meraviglia il sentirsi da per tutto, che Sua Santità sia prodiga delle sue gratie verso quasi tutti i prencipi della Christianità, e che à noi solamente le voglia far comprare con la perdita della riputatione.

Il Gran Duca [Ferdinando II of Tuscany] si trova assicurato del cardinalto del prencipe Gio Carlo; il re di Polonia, del prencipe Casimiro; i Venetiani, di vedere ben' presto rimessa l' inscrittione.  Si è lasciata intendere Sua Santità di far gratia d' un cappello alle case di Savoia e Parma.  Si soda in estremo la prudenza che mostra in volere obligare i prencipi, mà non si sa comprendere, come per gl' avantaggi che si sono fatti sperare à Vostra pat. Reverend(issi)ma si tratti al presente di farglieli ottenere con lo scapito della dignità reggia, e resti indietro la Maestà Sua più pronta al certo di qualsivoglia altro à procurare ogni avantaggio alla Santa Sede, et all' Excellentissima casa Pamphilii, essendo pur' in stato per quello mi pare, che si habbia da stimare qualche cosa la sua amicitia e confidenza.

Non era punto necessario che il cardinale Spada dichiarasse à Vostra Pat. Reverend(issi)mo che Nostro Signore non era più tenuto à niente per quel che riguarda i suoi avantaggi, e se ben Sua Maestà ne haveva concepita quasi certezza, quando se li diede parte di quanto haveva detto Sua Santità et i suoi ministri in questo porposito, non si pretende tutta volta di tenerla per forza in nessun' impegno, et il tutto si aspeterrà sempre dalla sua buona volontà quando crederà di doverlo fare.

A' cardinali Spada e Panziroli non costa niente il dimostrarsi grati verso la casa Barberina, come hò detto di sopra alle spese della Francia; mà non si puo mettere più in dubbio la loro avversione al servitio di questa Corona.

Del resto il mancamento del cardinale Antonio è irremissibile; ne i biglietti del Marchese di Santo Vito, ne la condotta dell' ambasciadore possono in modo alcuno servirli di scusa, anzi agravano l' errore suo in quanto vi hà tenuto mano; e quando Sua Santità si compiascesse di sentire in questo proposito il parere de' prencipi e persone, che stima più sue confidenti, pregandole à dirglielo fuori di passione, trovarebbe senza dubbio due cose: l' una che Nostro Signore non può persistere in questa instanza senza mostrare poca buona dispositione alle cose di questo regno per le considerationi accennate di sopra; e l' altra, che non è altrimente in obligo di farlo per honor suo come i cardinali sudetti gl' hanno voluto persuadere, tanto più che essendisi saputo di certo, che quando monsignor Dunozet fù à dar parte à Sua Santità delle rissolutioni prese da questa Corona contro il cardinale Antonio, la Santità Sua non ne mostrò alcun sentimento, e si sà che tutti i parenti di Sua Santità ne hanno goduto con tutta la corte di roma, onde à forza, che Spada e Panziroli siano quelli che habbino portato Sua Beatitudine à fare la sudetta instanza.

In fine siamo troppo certi della somma prudenza del papa per non vedere chiaramente che Sua Santità non hà voluto lei istessa il pensiero di fare questa instanza, havendo troppo cognitione degl' affari del mondo, anzi che quando vi condescenderessimo, sarebbe Sua Beatitudine la prima à biasimare una facilità pregiuditiale alla nostra riputatione; e si conosce molto bene che come i cardinali Spada e Panziroli sono quelli che hanno operato à far fare il salto al cardinale Antonio,  sono ancora quelli che s' impegnano appresso Sua Santità per rimetterlo in honore per il rispetto accennato di sopra, e per poter in questo modo coadjuvare alle lora pretensioni al pontificato.

 

 

 

 

 

 

 


In his first Consistory for the Creation of Cardinals (November 14, 1644), Innocent X created:
    Camillo Francesco Maria Pamphilj [Romanus], nephew of His Holiness.
    Giancarlo de' Medici [Florentinus], brother of the Grand Duke of Tuscany.
    Domenico Cecchini [Romanus], Datary of His Holiness.
    Francesco Maria Farnese, brother of Odoardo Farnese, Duke of Parma and Piacenza.

In his second Consistory, on March 6, 1645, he created
    Niccolò Albergati-Ludovisi [Bononiensis], Archbishop of Bologna.
    Tiberio Cenci [Romanus], Bishop of Iesi.
    Pier Luigi Carafa [Naples], Bishop of Tricarico.
    Orazio Giustiniani, Orat., Bishop of Nocera.
    Federico Sforza [Segni, Romanus] , Protonotary Apostolic.
    Alderano Cibo [Genoa], Referendary of the Tribunals of the Apostolic Signature of Justice and of Grace.
    Benedetto Odescalchi [Venice], Cleric of the Apostolic Chamber.

In his third Consistory, on May 28, 1646, Innocent X created:
    Jan Kazimierz Wazy, S.J. [Poland], brother of the King of Poland.

France did not get a cardinal until October, 1647, when Mazarin's brother finally got his red hat (though he died in August of 1648); a second came in 1652, with the promotion of Jean Francois Paul de Gondi de Retz, coadjutor Bishop of Paris [and no friend of Mazarin].  Savoy finally got its cardinal in 1654, with Carlo Pio di Savoia.

In the meantime, by the end of the reign of Innocent X, French cardinals had died:  Rochefoucauld (1645), Alphonse Richelieu (1653), and Michele Mazarin (1648).  Jules Mazarin was the only French cardinal at the time of the Conclave of 1655, unless one counts Giovanni Battista Spada—the nephew of Bernardino Spada—who had been Nuncio in France from 1623 to 1627 (created in 1654).

See:  Negociations à la Cour de Rome, et en differentes Cours d' Italie, de Messire Henri Arnauld, Abbé de S. Nicolas, depuis Evêque d' Angers (1743).   P. Linage de Vauciennes,  Relation des negociations qui se sont faites à la Cour de Rome, pour la promotion au Cardinalat des sujets proposez par la France depuis l' année 1644 jusqu' en l' année 1654 (Paris: Guillaume de Luyne 1676). A. Chéruel, Histoire de France, pendant la minorité de Louis XIV  Tome second (Paris: Hachette 1879), pp. 391-409.

 

 

link to documents on  papal  election-1644

April 20, 2014 11:29 AM

©2014 John Paul Adams, CSUN
john.p.adams@csun.edu

Valid HTML 4.01 Transitional
Valid CSS!

| Home | | Papal Portraits Home | | Medals Bibliography | | Other Conclaves | | Conclave Bibliography |