Giovambatista Adriani, Della vita e dei tempi di Monsignor Referendario Giansecondo Ferrero-Ponziglione (Torino: Ribotta 1856), pp. 187-188:
Ser(enissi)mo Sig(no)re —
Con il corriero che si spedi hieri, V. A. havrà inteso la disperata salute di N. S.re del giorno avanti, et il poco miglioramento che parea havesse preso hier mattina, che durò sino alle 3 hore di notte, che li ritornò la febre con gli stessi accidenti di prima, talmente che il più longo termine di vita che li danno è per tutto dimani. Il Cardinal Ludovisio me n'ha mandato a dar parte hoggi, se ben già lo sapevo: Io non mancherò intanto di trattare conforme alla mente di V. A. et avanti ch'entri in Conclave le manderò minutamente la relatione di tutto quello passerà, e l' opinione commune di quello havrà da succedere. Non la mando adesso perchè oltre che non ho potuto attendervi per le continue visite, doppo la morte del Papa si scoprono assai meglio le passioni e gl' interessi di ciascuno. Ma non lascierò intanto di far sapere a V. A. che Borghese assai potente, massime per non haver il Papa riempito i tre luoghi vacanti, dice di voler star fermo d'haver una delle sue creature e delle sue confidenti, perchè non vuol più fastidii: e perchè tra quelle vi sono Mellino e Cenino, ho procurato di penetrare come stanno con lui, et hò saputo che del primo non se ne fida e non lo vuole se non per punta a Ludovisio, et il secondo, Pignatelli gli è inimicissimo, tal che degl'altri sono confidenti a V. A. Sta. Susanna [Scipione Cobelluzzi] per esser portato da Ludovisio e da Ubaldino, non lo vuole in nissuna maniera: degli altri andrò intendendo più particularmente e ne darò subito aviso, o almeno avanti entri in Conclave. Ginnasio non sta male con Borghese: tuttavia l'esser stato creatura d'Aldobrandino, et esservi adesso un Cardinale di quella non li fa servitio, e Ludovisio non li sta molto bene, e lui desidera piuttosto Bandini et Araceli [Agostino (Simone) Galamini, OP] e S.ta Susanna, non potendo haver S. Severino.
Al sudetto [Domenico] Ginnasio l'assicurai della continuatione del desiderio che V. A. havea di vederlo un giorno in quello stato che più volte gl'havea augurato, e della commissione particolarmente a me di servirlo. Ne restò molto contento et entrò in ragionamento di quello desiderarebbe fare per la grandezza della persona particolare di V. A. e per tutta la Casa, certo con grand'affetto; e nel discorso mi disse c'havendo parlato al Duca di Pastrana [Ruy III Gómez de Silva y Mendoza de la Cerda], gl'havea detto come i Spagnoli dovevano trattar d' altra maniera con V. A. poichè per loro servitio particolare conveneva d'acquistarlo totalmente. Poi mi domandò se la Fiandra era piu grande delli Stati di V. A. Io li dissi che non sapevo ben del certo, poiche occupavano una gran parte gl'Olandesi, e quello che restava non potevo saper la misura così giusta, e li dimandai perchè mi faceva questo discorso, e che mi facesse gratia di dirmene la causa: e lui mi tornò a fare un' altra interrogatione, se V. A. haverebbe fatto il cambio. Li dissi che non potevo saper questo, per esser cosa della quale mai più havevo sentito parlare. Mi replicò che questo non lo diceva senza fondamento, e che però se questo s'havesse a fare, che il mondo conoscesse la stima che si fa di lei, et il desiderio che lui ha di mostrar il suo affetto. Li dissi se voleva ch' io ne scrivessi a V. A. se ben pensavo di farlo, e lo trovò benissimo; anzi mi disse c'havrebbe desiderato di saper l'inclinatione di V. A. e che intanto non havria mosso altro; e mi progò di tener talmente secreto, che nissuno lo potesse penetrare, e che desiderava questo passasse solo fra lui e me. L'assicurai che dal canto mio non si sarebbe saputo, e che V. A. li restarebbe maggiormente obbligato della bona volonta che va mostrando continuamente verso la sua persona e Casa.
Non mancarò d'andar nutrendo questa buona volontà, escoprendo se vi sia maggior fondamento o pensiero de'Spagnoli; e con questo finirò suplicando V. A. di continuarmi nella sua gratia e di commandare sia soccorso in queste spese straordinarie che converrà fare, facendole humilissima riverenza.
Da Roma li 6 luglio 1623.
Pope Gregory XV died on Saturday, July 8, 1623
Cardinal Ginnasi, a creation of Clement VIII, was, at the age of 73, very papabile, and was doubtless feeling out Cardinal Maurizio for Savoyard support.
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