Il signor cardinal Borghese colla divina gratia è riuscito pontefice dopo fastidiose, e si può dir scandalose contese; poichè erasi praticato il pontificato per l’ illustrissimo Tosco, et di un voto, che gli è mancato non ha potnto conseguirlo, onde dall’ esclusione di lui è sortita l’eletione predetta, li particolari della quale per significarli a Vostra Serenità distintamente, et con maggior fondamento dflferirolli al susseguente dispaccio. Nominerassi la Santità Sua Paulo Quinto; è di patria Senese, ma però nato in Roma, di prestanti conditioni, di nobilissimo aspetto, et la sua singolar bontà, virtù et integra vita gli hanno sempre dall' universale pronosticato il pontificato. Onde non è da maravigliarsi, che non eccedendo cinquantacinque anni, et di valida prosperità l’habbi ottenuto. Si può sperare c’ habbi da reggerlo con universal beneficio del Christianesimo, et che anco codesta Serenissima Repubblica debba sentirne la parte sua, essendosi sempre dimostrata Sua Beatitudine molto amorevole et ben intentionata verso di lei.
Heri mattina [May 16, 1605] s’ apri il Conclave, et con applauso universale fu portato il Papa in san Pietro alla solita cerimonia; et dopo, asceso alle sue stanze, noi ambasciatori andassimo a complere colla Santità Sua, et dopo quello di Spagna, che fu molto lungo, soddisfeci anch’ io, et fui prevenuto dalla natura sua benigna, dicendomi: signor ambasciatore, ci allegriamo colla Serenissima Repubblica et con lei, et siamo certi che sentite molta consolatione, et n’ havete ragione, perchè sempre habbiamo amati e stimati quelli Signori et, dove potremo, conoscerete il medesimo alfetto e’ habbiamo havuto per il passato. Dissi, che la Beatitudine Sua, per colmar la consolatione, haveva anco voluto con novo testimonio d’ amore et affetione non permetter, ch’io potessi esseguir l’ ossequente et devoto mio debito, dicendole, che non solo di tanto bene che havea dato al presente la Divina Maestà col poner la Beatitudine Sua in quella Santa Sede, dovevamo renderle gratie, et infinitamente rallegrarci, ma molto più della ferma speranza che ci era data di lungamente goderla per la prospera dispositione sua; et che tanto benefitio nella Santissima persona di lei ci era pronosticato dalle gran virtù et sìngolar bontà sua, et che il Signor Dio non haveva voluto più differirircelo col portarla più innanzi negli anni, ma opportunamente consolare la Christianità tutta in questi calamitosi tempi, et in particolare la Repubblica di Venetia che se l’ andava augurando. Onde, quando saprà l’ eletione, giubilerà di contento, allargandomi poi nelle solite esibitioni di riverenza et osservanza, che sono ordinarie in simili ufficii. Replicò il Papa, che non occorrevano parole dov’era certo degli affetti, che anco lui li mostrerebbe in tutte le occasioni, et anco nel mio particolare, et che vedessi se poteva compiacermi; soggiunsi, Padre Santo, il mio particolare non è altro che il pubblico, et in questo riceverò li singolari favori suoi. Si è voluto il pontefice nominare Paolo quinto, perchè il primo et terzo furono Romani, come intende di esser lui, et in particolare per la memoria di Paolo terzo Farnese, alla nobiltà della qual casa gustò sempre che la sua fosse aggregata. Si chiamava prima Camillo cardinal Borghese, et vescovo di Gessi, Aiutava la sua sanità coll’esercitio quotidiano, et questo solo intermesso potria nuocergli, essendo anco solito di cibarsi due volte al giorno. Patisce qualche poco di catarro in un braccio, ma sono però molt' anni che non è stato ammalato; et sebben prima si credeva di 55 anni ne finirà però alli 47 di 4 settembre venturo soli 53, et la sua ottima habitudine permette, che se alcun Pontefice dovrà veder gli anni di san Pietro, possa vederli lui, et in fine in tante combustioni di questi due Conclavi s’è veduto gran miracolo; poichè si può dire, che il giudicio terminasse in uno nelli più vecchi et indisposti Cardinali che fu Leon XI, et che hora (tanto sono incomprensibili li misterii di Dio) sia caduto nel più giovane et prospero dei soggetti papabili.
Nelle ultime mie rappresentai a Vostra Serenità la maniera con la quale Sua Beatitudine era pervenuta al pontificato, et le particolari conditioni di lei; hora aggiungerò la qualità dei parenti, et l’affetto che verso loro et altri si và fin quì scoprendo che dimostri, com’ anco di quello che si
giudica intorno l' amministratione del governo. Ha due fratelli, che sono li signori Francesco et Giovanni Battista, maritati, et questo solamente ha un unico figliolino di circa tre anni, et stava unitamente colla Santità Sua governando la
casa. Et io sono stato a far con essi loro lì debiti complimenti. Hebbe altri fratelli et sorelle, due delle quali furono maritate, l’una in casa Vìttorii, et l’altra Cafarelli; hanno figli, et
della Cafarelli fra gli altri uno di circa vent’un anno [Scipione Caffarelli], che
studiava in Perugia, di nobili et virtuose condìtioni, et di
gran espettatione, molto amato da Sua Beatitudine, et credo
che hoggi sarà arrivato, et a lui stìmasi, che darà la sua berretta di cardinale, promovendolo forse solo, et che debbi admetterlo alli negotii. Vi è anco l’Auditor della Camera
ch’ ha una sorella maritata nel suddetto signor Giovanni Battista, al qual si ragiona, che havendo Sua Beatitndine detto,
che debbi vender l’Auditorato, di valor di ottantamila scudi,
sia segno evidentissimo, che vogli farlo ancor lui cardinale, et
senza danno della sua casa. Vi sono altri parenti più lontani, e
tra gli altri due lrati Domenicani dicasa Borghese, l’uno vescovo di Montalcino, et I' altro che studia in Napoli. Sua Santità è di natura benigna, placida et molto tlemmatica, però riesce tarda et irresoluta et non così pronta alle gratie, assomigliandosi in ciò assai a Clemente; è d’ animo riservato et
cupo, ma sincero et candido, et viene tenuta di vita innocente; è amicadella parsimonia, et ne dà anco segno evidente
fino nelli vestiti della sua famiglia, che saranno di saietta et
ciambellotto, et non di seta, come quelli di Leone; è di gran
erudizione in theologia et legge; dà l’ audienze passeggiando,
per non poter in altra maniera continuare l’ esercitio che faceva per innanti uscendo di casa quotidianamente. De’ suoi familiari non v’ è alcuno che si scopri lnstrumento appo di lei
di molta autorità, com’ era con Leone, Pietro Giacomo Cima
suo mastro di camera, et tin hora anco non ha dichiarito chi
dovera essercitar quest' otlìcio, et vien detto che habbia mandato a chiamare il signor Serian Dressino vicentino per
conferirglielo, poichè anco lo faceva quand’ era cardinale, et
per indispositione si partì dal suo servitio. Tiene la corte opinione ch' egli assumerà in se tutto il governo participando
lo poco ad altri, cosi per la somma intelligenza come per l’ abilità alle fatiche nell’ età sua consistente; et siccome questo
grandemente consola ognuno, cosi per l’ opinione che lungamente habbia a durar il suo pontificato, si sono mortificate le
speranze non solo de’ cardinali, ma di tutti gli altri prelati
et cortigiani che vivevano sotto l' ombra della vicina grandezza dci patroni, onde restano hora quasi privi della loro
credenza. Et in vero disessantasei cardinali soli venticinque
restano inferiori d’ anni alla Santità Sua, la quale per ciò,
forse insospettita che possino esser pentiti di haverlo fatto
Papa, stà con non poca gelosia, et vive con molta riserva, et cautamente, non volendo, per quanto si dice, adoperar nel
suo letto alcun guarnìmento della Camera apostolica, ma
solo dei proprii, come anco mangia semplicemente di quello
chele viene fatto cucinare, et mandato dalla cognata, con che
studia di prescrvarsi da qualche mala volontà, et da certi
pronostici, inventati forse dalle passioni di coloro che vorrebbono vederle breve vita. Mentre la Santità Sua si trovava
cardinale haveva mille scudi d' annual pensione del re catholico, et Clemente non permise ad altra delle sue creature che
accettasse pensione fuori che a lui, che lo supplicò più per non
esser tenuto ditlidente degli Spagnuoli, che per riuscirle confidente. E tuttochè detta pensione le fusse assignata fino quando andò in Spagna Nontio estraordinario, essendo Auditor della Camera, per gli aiuti alI’ Imperatore, non s' ha curato
d’haverla per il rispetto suddetto, se non dopo fatto cardinale; onde si può sperare, che debbi conservarsi di volontà
neutrale, et vero padre comune. ll signor ambasciatore di
Spagna, la mattina istessa che baciassimo i piedi a Sua Beatitudine, mi disse, che gli Spagnuoli in questa eletìone haveva
no parte; et io soggiuusi, che dovevano restar consolati, et
aspettar ogni bene, poichè cadauno v’ era prontamente concorso; et egli aggiunse, che pochi giorni innanzi col suo
mezzo fece haver una commenda ad un gentil' huomo Romano di casa Cavallierì, che tiene per moglie una nipote di Sua
Santità de`Vittorii.
John Paul Adams, CSUN
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