Lodovico Frati, "I ricordi di due Papi," Archivio storico italiano 35 (Firenze 1905), pp. 448-450:
Voi ci avete detto che i Cardinali trattano del Papato, e noi vi abbiamo replicato che non ci curiamo di quellp che pensano fare dopo la morte nostra. Abbiamo poi conosciuto che questa risposta vi ha turbato un poco. e però ci siamo risoluti di lasciarvi qualche memoria della pratica del Papato.
Abbiamo speso il tempo del nostro Pontificato in beneñcare il prossimo e non dovrebbe dispiacere la lunghezza di vita che Dio ci concede per tal effetto; ma siamo bene informatj degli appetiti degli uomini, e però non ce ne meravigliamo che si tratti il Papato; nè vogliamo proibire questa pratica, perchè non dicano che leviamo la libertà alla lingua e ai pensieri. Si doleranno bene di non aver fatto capitale del nostro proverbio: che il Papato non vuol esser cercato, e chi lo cerca, non lo trova.
Voi, quando Dio vi chiamerà, dovete voltare i pensieri al servizio della Chiesa, perchè sarete governato dalla mano divina.
E quanto al vostro particolare, se bene non si può dar regola al futuro, e per un minimo accidente bisogna variare il consiglio, potrete valervi dell' avvertimento che 'l Imperatore ha dato in istruzione ai suoi ministri, che procurìno il Pontificato per un vecchio piacevole, a fine di ottener grazie e mantenersi in stima coi Ministri e con i pretendenti, che sperano in breve di tirarsi avanti colla nuova mutazione del dominio.
Sarà di molto onor vostro che succeda a Noi una delle nostre creature, perchè il mondovedrà lo zelo col quale ci siamo mossi all’elezione di persone degne; ma potrebbe essere che ne risultasse a voi poco utile.
Voi avete praticate le nostre creature prima delle loro promozioni con termini di superiorità, e poi con domestichezza; per il che forse potrebbono ricordarsi di qualche licenza che vi siete pigliata, contraria ai loro umori, de' quali non si può aver mai suůiciente cognizione.
La domestichezza è stata tanto grande che forse ha levato qualche parte di rispetto, e li ha fatti padroni della vostra natura, e consapevoli di tutte le imperfezioncelle di casa vostra.
Molte volte sono entrati a dare consigli tali che a noi non è parso di accettarli; di che conserveranno qualche memoria.
Sono stati emuli tra loro ed hanno concorso a dimandare uu'istessa grazia, dolendosi poi che il compagno sia stato preferito.
Non una sola volta ci avete raccontato che nei loro ridotti hanno mormorato di noi, interpretando che quello ch' abbiamo fatto con santo zelo, abbia fine d’ interesse mondano e di soggettarli a noi. Alcuni hanno esagerato che vi abbiamo fatto grande, e pare che non si conientino dell’ entrate che abbiamo date a loro.
Noi sappiamo che insino alcuni hanno biasimato la vostra parziale conversazione col Cardinal Polo, che è soggetto, a giudizio del mondo, superiore agli altri di nobiltà, bontà e dottrina.
Per contrario questi rispetti, i quali nascono da familiarità, non hanno luogo coi Cardinali promossi dai nostri antecessori; e però non dovete lasciar perdere il loro affetto verso di noi.
[Cardinal Ercole] Gonzaga pensa al Papato, come voi sapete; ma a questo soggetto voi non dovete pensare in modo alcuno.
[Cardinal Giovanni] Salviati s’aiuta quanto può, è uomo grave, si tratta nobilmente, e vogliamo credere che non farebbe cose indegne; ma ha voluto quasi andare al pari con noi, e non vi stimerebbe molto, essendo egli in amicizie potenti, e pensieri vasti che lo terranno al basso.
[Cardinal Niccolò] Gaddi è uomo onesto, ancorchè io credo che vorrebbe vivere quieto e lascierebbe governare a qualcheduno, la superiorità del quale vi potrebbe dispiacere molto.
[Cardinal Niccolò] Ridolfi è gentiluomo di natura dolce, aggiustato nelle sue azioni; non è obbligato a seguire persona che vi desideri male, è stato nostro amico e non tanto intrinseco che possa dolersi che non gli abbiamo dato la metà del nostro Pontificato. Voi' l’ avete rispettato, ha chieste grazie moderatamente e le ha ottenute; anzi ne ha forse mostrato più sentimento di gratitudine che non hanno fatto molti beneiicati maggiormente, Non ha preteso che Noi l’ abbiamo favorito per obbligo, e perchè ci pare il suo genio simile al vostro, crediamo che si porterebbe bene con voi.
Abbiamo alle volte considerato che i figliuoli non conoscono l' obbligo dell’eredità patema, perchè stimano essere obbligato il padre a lasciarla a loro; e bene spesso nelle persone estranee, quando esse sono onorate, si scopre segnalata gratitudine. Però bisogna che non dichiariate di non voler aiutare le nostre creature, perchè si sdegnerebbero e troverebbero pretesti d’abbandonarvi; sì che conviene che voi le manteniate sodisfatte, massime che con tutto ciò confessiamo che le nostre creature sono onorate, se bene abbiamo qualche opinione di loro, perchè non ci hanno celato i loro mancamenti, come forse altri hanno saputo fare, i quali non sono stati da Noi cosi intrinsecamente maneggiati. E però crediamo che dalle nostre creaturei riceverete grazie, o non sarete offeso, perchè avranno il rimorso dei benefizi ricevuti da Noi, il quale non possono perdere, se non con qualche picca gagliarda che convertisse la memoria delle grazie in stimoli di disgustarvi; del che vi potrete liberare operando bene, pretendendo moderatamente e mostrando il vostro dovuto ossequio al superiore.
Noi abbiamo promossi al Cardinalato molti soggetti Romani, perchè li abbiamo conosciuti meritevoli, ed abbiamo giudicato che, dovendo voi abitare in questa città, vi convenga di avervi molte famiglie obbligate; ma guardatevi che alcuno di loro ascenda al Pontificato, perchè la lemperie di questa patria lo farà desideroso d’innalzare una casa Romana più grande della vostra; il che non può succedere senza vostra perdita.
Confidate in Dio benedetto, fate conto di tutti, e state unito col Cardinale Sant’Angelo, e con i vostri fratelli, perchè non potete ricever danno se non dalla discordia e dalle male opere.
Ranuccio Farnese, grandson of Pope Paul III, was created cardinal on December 16, 1545. On May 6, 1546, he was granted the Deaconry of S. Lucia in Silice. On October 8, 1546 he was transferred to the Deaconry of S. Angelo in Pescheria. The reference to the Cardinal of S. Angelo at the end of the memorandum indicates that it was written before October of 1546. The editor of the document, Lodovico Frati, believes that the Cardinal of S. Angelo was Matthias Lang von Wellenberg, the last of Julius II's cardinals, who died in 1540 before Ranuccio was ten years old. But why Ranuccio should stay united with him is hard to see. The memorandum apparently looks forward to a conclave, and Ranuccio did not become an elector until 1546 Perhaps one should consider the immediate predecessor of Ranuccio himself as Cardinal of S. Angelo, Cardinal Ennio Filonardi, who had also been Prefect of the Castel S. Angelo before his own elevation to the Cardinalate by Paul III on December, 1536. Paul III died on November 10, 1549.
It is completely possible that the document was written by Paul III in 1546, shortly after he had created Ranuccio a cardinal and before he was promoted to S. Angelo in October.
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