Ludovicus Pastor (editor), Acta inedita historiam pontificum Romanorum praesertim saec. XV, XVI, XVII illustrantia Volumen I (Friburg Birsgoviae Herder 1904) , no. 201, pp. 322-323:
... Qui non intendo altro de novo. quello se habi da la Maestà del re, Vostra Excellentia lo intenderà per littere d' Antonio da Trezo, qui alligate.
Nostro Signore sta pur infermo de febre continua, qual dicheno li medici essere febre fleumatica e indicano li medici suoi se si mette in mare, non camparà dui giorni, e per questo con gran faticha li hano persuaso a starsi e fin a molti di non metersi in camino e dicheno confidarsi stando fermo levarli el male fra XV giorni; e cossì si contenta Sua Santità de soprasedere fin che sia guarito, ben che ad ogni modo quando fusse ben sano non si potria partire fin a XX giorni, perchè non ce ancora aparechiamento da ciò, che ancor non v' è il terzo de l' armata e mal in ordine.
E per quello ho da bon loco, benchè cossì chiaramenti non me lo dica, comprehendo, non si partirà Nostro Signore per questo anno andare più oltra in questa impresa, ma vedendosi in periculo de morire quando che vada, e non potersi partire honorevolmente, come se convene, se lassarà ridure al consiglio li è dato; tamen a la venuta de lo ill(ustrissi)mo duce de Venetia se piglierà più certa deliberatione.
El r(everendissi)mo cardinale de Thiano [Niccolò Fortiguerra], che in quelle galee, che lui conduce, sono più de LX persone per ciascuna galea amalate de febre e bisognavali dimorarsi in qualche loco alcuni giorni per ristorrarli, che altramenti non posseva venire, unde se stima non sarà qui fin a XII giorni.
A lo ill(ustrissi)mo duce de Venetia se apparecha per andarli al incontro con alcune galee e farli honore; dovevasi partire domenica da Venetia, come credo Vostra Excellentia sia avisata.
Lo r(everendissi)mo cardinale Niceno [Bessarion] è gionto con una galea ben armata.
È venuta novella in un dì et una notte da Ragusa, come il Turcho in personal con LXXX mila persona era là vicino a tre giornate e menazava de andarvi a campo, e per questo hano Ragusini mandato a chiedere succorso a Nostro Signore, e Sua Santità ha ordinato mandarli alcuni schiopeteri e bombarderi et alcuni de questi cruce signati per guardia de la terra. tamen dicesi, non credersi, ch' el Turco vi deba andare a campo, perchè non haria modo de starvi per mancamento d'aqua e de victualie, e Ragosa è loco forte de pocho circuito e ben fornito.
La peste fa pur processo in questa cità etiam in cortesani, e la infirmità de Nostro Signore fa, che non si move la corte, qual vi sta con periculo e con sinistro, che v' è gran carestia.
Anchone prima augusti 1464.
Paganius.
The plague (pestis, peste) was quite widely spread. It happens to be mentioned in the Registers of the Apostolic Camera [quoted by Eubel II, pp. 33-34 nos. 231 and 232] toward the end of 1463:
Oct. 24. Joannes tit s. Martini in mont. Atrabatensis nominatus [Joannes Gaufridi (Godefridus); Jean Jouffroy] recessit apud Gallias et non participat ab illa die, prout retulit mihi card. s. Petri ad vinc. [Nicholas of Cusa], collegii camerarius. Qui mihi insuper retulit, quod omnes cardinales, qui exiverunt Urbem, quando S. P. ivit Tiburtum [by July 9], et ad diversas partes recreationis causa et propter pestem ad diversa loca iverunt, participarent usque ad festum omn. sanct. de anno 1463 [November 1, 1463]. Et sic cardinales ss. IV [Ludovicus Joannes Mila], Aquilegiensis [Ludovicus Scarampi], Bononiensis [Filippo Calandrini], qui adhuc sunt extra Urbem, non participant.
Nov. 9 card. s. Eustachii, senensis nominatus [Francesco Todeschini] apud Piensiam civ. recessit propter pestem, quae tunc viget in Urbe; et retulit mihi card. s. Petri ad vinc. quod debet participare; et regressus est post 15 dies.
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