Vittorio Siri, Consigliere di Stato et Historiografo della Maestà Christianissima, Del Mercurio, overo Historia de' correnti tempi, Tomo IV, parte secondi (Casale: Giorgio del Monte 1655), p. 632-640:
Siamo al nono giorno dopo la clausura del Conclave, e per dirla à V. E. con ogni nettezza le cose non caminano di molte buon piede, e non danno grande apparenza d' haver à caminare di migliore se Dio non fà nascere qualche inaspettato accidente, ò se gli huomini non pensano à qualche espediente per mezo dil quale si corregga con l' arte ciò, che di sua natura è poco bene incaminato. Seguì l' esclusione de gli Spagnuoli contra il Cardinale Sacchetti la quale per la debolezza loro ci hverebbe dato poco fastidio se il Cardinale Mattei per disgusti havuto ò pretesi dal Cardinale Bichi non si fusse accostato à gli escludenti con due ò tre voti d' amici suoi senza i quali si crede, che i medesimi Spagnuoli, ancorche mal disposti verso Sacchetti per l' amicitia; che tiene col Cardinale Mazzarini non si sarebbono arrischiati di tentarne l' esclusione publicamente, poiche non ostante detto soccorso havuto da Mattei non si trovava fino allora presente il numero pieno, e bastante per assicurare una esclusione i onde senza il detto soccorso tanto manco erano in istato di dichiararsi come sopra. Noi per tanto andiamo pensando à tutti i modi di mettere in piedi la prattica di detto Sacchetti, e farlo. se sarà possibile, in barba à gli Spagnuoli, al qual' effetto hà servito à qual cosa l'arrivo di Pancirolo; e speriamo, che sia per servire l' ingresso in Conclave del Cardinale Orsino. Tuttavia non potiamo prometterci molto del successo, poiche se bene è vero, che i Cardinali dichiaratisi per la di lui esclusione non sono in numero bastante come spora; nondimeno è anche vero, che non tutti gli altri concorrono per questo all' inclusione, mà tengono la mira ad altri loro interessi; onde conviene, che andiamo procurando di guadagnarli, si come vi poniamo, e siamo per porvi tuttavia ogni diligenza.
Frà tanto si come di Pamphilio fin' hora non si è parlato, havendo io tenuto fermo il Signor Cardinale Barberino mio fratello, anzi pur anco l'istesso Pamphilio, che senza il mio consenso nel permettesse; cosi per andar facendo qualche cosa, e non dare da mormorare alle creature, et ad altri habbiamo messo in campo il Cardinale S. Clemente [Vincenzo Maculani, OP], come il più vecchio dopo Pamphilio suddetto; e forse la pratica di lui sarebbe andata, benche non habbia molto aura, piu innanzi pe'l desiderio, ch' è nell' universale di un Papa vecchio, se io non havessi havuto più à cuore gl' interessi del Signor Cardinale Mazzarini, che le convenienze della fattione Urbana.
Il Cardinale Ginettti nel giorno stesso, che s' entrò in Conclave nè fù mal tratto da alcuni suoi poco amorevoli, che ad imitatione di Mattei se gli dichiararono, e scopersero contra.
Anco Altieri è stato in qualche agitatione, e si è scoperta oppositione gagliarda, senze che sono state messe à campo diverse cose, che hanno bisogno, prima di risolversi, di molta consideratione.
Il Cardinale Ceva [Alfonso de la Cueva-Benavides y Mendoza-Carrillo (aged 72)] si è portato, e si portata così imprudentemente con essi noi, che ci mette in obligo di aprire ben gli occhi nel promovere gl' interesse di lui.
Per il Cardinale [Fausto] Poli [aged 63] si scoprono delle difficultà, che ci fanno poco pensare à metterlo in cimento; e come che Falconieri si può credere, che urterebbe nè gli Spagnuoli non meno, che Sacchetti; e [Angelo] Giori [aged 58] non haverebbe molto concorso; il negotio quanto alle creature di Papa Urbano pare, che si riduca à Spinola, Rocci, e Pancirolo.
L' aura più comune favorisce Spinola intorno al quale V. E. sà, che cosa frà di noi servitori del Re fù stabilito per servitio, e riputatione di S. M. e nondimeno io mi veggo molto intrigato poiche ancorche io non habbia mai publicata l' esclusione di Pamphilio: si è nondimeno per il silentio stesso, che si è tenuto di questo soggetto, il più vecchio della fattione Vrbana, mormorato qualche poco; onde preveggo, che se si viene ò in fatti ò in parole ad impedire parimente la fortuna di Spinola, si mettera sottosopra tutta quanta la fattione suddetta. Si dirà, che io per gl' interessi della Frqancia rovino tutto il partito Vrbano; e che mi vaglio del credito, che hò con le creature in disservitio loro; come che non solamente l' esclusione di Pamphilio, e di Spinola, mà anco quella di Sacchetti, quantunque per difetto di Bichi, e per rispetti privari come sopra, sia per essere attribuita al menaggio, che si è voluto fare del gl' interessi del Re. Mà credami V. E. che quando anco il discapito della fattione Vrbana fusse per risultare à profitto della Francia: iò mi consolerei non poco; mà il mal' è, che si può dubitare anzi tener per certo, che facciamo il giuoco de gli Spagnuoli i quali stanno intenti alle nostre divisioni, e danno animo, e ricevero à quelli, che conoscono poco sodisfatti della nostra condottà; non lasciando anco di dire all' E. V. che 'l Cardinale Barberino ancorche fino adesso habbia caminato meco con molta unione finche hà creduto, che potesse sodisfarsi alla Francia senza pregiuditio, ò con poco pregiuditio della fattione, e si è contentato per questo fispetto di riservare in fine quei soggetti, che per proprio interesse haverebbe collocati nelle prime file; adesso cioè, che comincia à vedere, che queste cortesie, e connivenze gli dividono, e distragone la fattione, stà con gran pensiero, e con molta torbidezza, e mi fà dubitare presto ò tardi di qualche improvisa risolutione per mettere à cooperto se stesso, e le case sue, e per non perdere l' amore di tutte ò la maggior parte delle creature, le quali se bene fin' hora mi hanno fatto l' honore di considerarmi non molto meno di lui: temo che, soprassate non tanto dall' età, e dal posto del Cardinale Barberino quanto dall' apprensione de' disordini, che nascono à premere la stada tenuta fin qui, fieno per seguitarlo in ogni altra per la quale S. Em. s' incaminasse.
V. E. dunque intende in che termini stieno le cose; mà le comprenderà maggiormente se io le soggiungerò due altri particolari. Il primo è, che si come viviamo in grande apprensione, che dal Collegio nuovo ci convenga passare al Collegio vecchio con poca riputatione della fattione Vrbana; cosi havendo io voluto tastare, che speranza si potesse in tal caso havere del Cardinale Bentivoglio trovo, che sendo amato, e stimato generalmente per le tante sue degne qualità; la gelosia però, che potesse pensare à reintegrare la sua casa del dominio di Bologna, dal tempo della cui privatione non sono ancora scorse quattro generationi, serve di preststo à molti; e per l' importanza dell' affare ogni poca apprensione basta per imbarazzaree lo spirito a' zelanti o suspicaci; e toglie il modo à gli altri di guadagnarli mentre si difendono con lo scudo della coscienza. Il secondo particolare è, che 'l Cardinale de Medici non ostanti le diligenze, e gli ufici fatti prima del Conclave da V. E. e non ostanti i buoni termini, che dal Cardinale Barberino, e da me gli sono stati abbondevolmente usati: tratta con ciascuno di noi in sorte, che se non fusse il respetto di non turbare un negotio troppo grande, qual' è quello dell' elettione d' un Papa, saressimo in obligo di fare delle Piazzate: dalle quali però benche ci asterniamo in questo luogo, prevediamo non di meno la necessità di haverle à fare dopo l' uscita del Conclave, sendosi massime il Cardinale de Medici dichiarato, che per molto scarso, e scortese, ch' egli simostri quì, molto più scarso, e scortese si paleserà di fuora secondo le commessioni, che dice haverne portate da Fiorenza.
In vesta positura di cose gli amici della nostra case, et anco affettionati alla Francia mi sono più, e più volte venuti à ricordare non essere se non servitio dell' una, e dell' altra, che pensiamo ad asicarare le cose nostre con qualche parentado, poiche oltre, che noi per tal mezo restaressimo Rapalini (?), et obligaressimo le genti à portarci rispetto senza mettere noi stessi, e chi ci faverisce, e protege in qualche necessità; ne seguirebbe ancora, ch' io potrei di vantaggio servire col nuovo Papa, e suoi parenti, e Ministri à gl' interessi del Re; e come che i soggetti co' quali ci sia opportunità d' imparentare si riducono à pochi; il solo Cardinale Pamphilio è quello, che non havendo se non un Nipote, che si tratta di maritare è per porgere tanto maggiore accesso a' nuovi parenti d' insinuarsi, e prendere parte anco ne' publici affari. Quanto all' interesse della Francia già si e detto dell' opportunita, che io (pur' anco Ministro del Re in queste parti) acquisterei di servirla; et è anco molto facile à considerare, e conoscere, che l' istesso incorporarsi della nuova famiglia Papalina con la nostra è un segno di futura buona corrispondenza con la Francia. Mà oltre di ciò V. E. hà da sapere, che non fermandomi io in sole congruenze, e presuntioni ancorche vehementi, et efficqaci, hò procurato con diverse rimostranze d' impegnare, et ho per tal caso strettamente impegnato il Cardinale [Francesco] Barberino à prendere incontanente il partito di Francia infino à dichairarsene per mezzo d' una lettera di suo pugno col Re, si come col mondo tutto per mezzo d' una publica affissione dell' arme di Sua Maestà sopra la porta d'un suo Palazzo, dove anco bisognando anderà ad habitare, da poiche su' l Palazzo della Cancellaria per essere Palazzo Apostolico, e dove tutto l' anno si fanno funtioni publiche, non si può affigere altra arma, che del Papa. Da questa dichiaratione del Cardinale Barberino, la quale come hò detto si darà à Vostra E. per scritto, ò si porrà in mano di persona à lei confidente; può ella molto ben raccogliere la conseguenza, che ne nascerà, che non solo tutta la casa Barberina mà anco la più numerosa fattione di Cardinali, che si sia vista da centinara d' anni in quà verrà: virtualmente à militare sotto le insegne della Francia con tanta reputatione, e vantaggio della Corona in Roma, e fuori massimamente in questa congiuntura di tempi, quanto si possa imaginare. E l' ambasceria di V. E. anco per questo conto, e per un' acquisto si considerabile sì renderà gloriosa. In oltre ella saprà, che 'l Cardinale Barberino in caso tale mi farebbe l' honore non solamente di non desiderare cosa veruna sopra la mia carica di Protettore, mà di lasciare à me il pensiero di tutte l' altre incombanze, amando egli di attendere alla quiete, et allo proseguimento de gli studij, e sue solite Congregationi; con scaricarsi del resto sopra di me: non ricusando però quando il servigio del Re lo ricercasse di comparire, et adoperarsi publicamente secondo, che gl' interessi della Francia ricercheriano. V. E. vede dunque quanto pe 'l suddetto scaricamento del Cardinale Barberino sopra di me crescerebbe il mio credito, et autorita con le creature, e con la Corte tutta; e quanta maggiore habilità io acquisterei di ben servire la Francia, non essendo hoggi veruna Congregatione in Roma nella quale non si trovino creature di Papa Urbano per gli quattro quinti almeno; et essendo per passare molti anni avanti, che 'l nuovo Papa possa uguagliare il numero de' nostri. Che però il Cardinale Pamphilio in età di settantanno anno, Dio sà se basterà il tempo della sua vita per fare l' uguagliamento suddetto. Non passa anco senza merito di riflessione, che trattandosi d' un Papa vecchio, e forse più robusto nella ciera, che nelle forze; all' ingresso d' un' altro Conclave la nostra fattione, che in buon linguaggio sarà quella della Francia, restera tuttavia considerabilmente numerosa, e massime, che nessun Cardinale de' nostri è tanto vecchio come Pamphilio; e la maggior parte della fattione Vrbana è composta di giovani ò d' età molto fresca.
Oltre le suddette diligenze, e considerationi hò anco pensato, e motivato spora gli ananzamenti del Padre Maestro del Sacro Palazzo [Michele Mazzarino, OP], fratello del nostro Signor Cardinale Mazzarini; e trova, che l' haveressimo Cardinale alla prima promotione senza metterlo à conto della nominatione. Hò parimente havuto riguardo à gl' interessi del Card. Bentivoglio, e di sua casa; e questi pur' anco hò occasione di credere, che riceverebbono de gli vantaggi.
Tutte queste cose, che io significo à V. E. con infinito segreto, e confidenza mi fanno credere, che se si suffero potute premedere in Francia non solo non haverebbono lasciato formare i concetti, che sono stati espressi nell' instrussione: mà per avventura ne haverebbono cagiunati de' contrari, vedendo molti, e considerabili vantaggi, che ne risultano. E. come, che la bontà del Re, e la cortesia del Cardinale Mazzarini habbino in detta instruttione voluto rignardare con occhio troppo benigne quei sonsi, che in me altre volte erano contra questo soggetto; spero, che cessando questo rispetto, anzi convertendosi per il parentado, et altro in rispetto contrario, sia per diminuire assai la forza di tal comando; anzi dico à Vostra E. con ogni verità, che sendomi io qualche tempo fà chiarito, che i sospetti, che altre volte haveno havuto di questo soggetto in ordine alla persona mia erano vani, e procurarsi da persone, che speravano di tirarne profitto; e quello, che più importa havendo io trovato in diverse occasioni nate infino dall' arrivo del Vescovo di Lamego [Michael of Portugal], che 'l Cardinale Pamphilio procedeva con molto riguardo, e con assai buoni sensi verso le cose di sua Maestà, havevo pensato di spedire persona in Francia, che insieme con altri affari trattasse ancora questo, e rappresentasse con le giustificationi in mano la sodisfatione, che si ricevea da questo soggetto; levando ogn' ombra, che fusse stata conceputa per conto della Francia, et anco per conto mio proprio. Mà la missione, che fece il Cardinale Barberino di Malatesta Albani fù causa, che io differissi la mia; e che non havendo prima sincerato l' attioni di questo soggetto a quella Corte, habbi poi stimato intempestino, et improprio il farlo con V. E. dopo lo stabilmento, et apertura dell' instruttione, massime non havendo io allora in mano nè il negotio del parentado, nè l' impegno del Cardinale Barberino à mettersi in tal caso sotto la protettione della Francia. E dapoi che hò mentovato di sopra la persona del Vescovo di Lamego, mi farò lecito di dire, che in quel negotio, che pur' anco era tanto à cuore à gli Spagnuoli, il Cardinale Pamphilio si portò molto diversamente da quello, che forse loro si sono imaginati.
Supplico Vostra E. à significarmi quanto prima quel tanto, che le occorrera di dirmi sopra questo negotio, nel quale io non intendo d' andare contra il consiglio di Vostra E. mà solo mi basterà per mia consolatione, e giustificatione in caso che si perdesse cosi buona congiuntura, e che si andasse à parare in qualche altra elettione poco grata alla Francia: al che nondimeno io mi opporrò in tutte le maniere, che ponno spicarsi da me; dico mi basterà, di poter mostrare, che hò dato avviso in tempo della positura delle cose, e che hò fate tutte le diligenze, che mi sono state possibili acciò la Francia cavi profitto anco da quelle cose dalle quali temeva danno; ingaggiando per pegno di tutto questo la persona del Cardinale mio fratello, e di tutta la sua fattione come sopra. Che però prevendendo io molto bene, che incontinente, che 'l negotio sarà scoperto gli Spagnoli correranno, oltre gli altri dispetti, che crederanno di potersi fare, à levarli trenta mila scudi d' entrata, che tiene ne' loro diminij in Badie, e beni Ecclesiastici, ancorche io lo vegga pronto à sagrificare anche questo interesse, e non curarsi di questa à d' altra perdita, nè pattuirne la rilevatione; nondimeno noi pare, che tocchi à me di farne questo motivo non solo come fratello suo, e per suo interesse, mà anco come servitore del Re, e per riputatione di sua Maestà: protestandomi però, che non lo metto per conditione, e non ricerco, nè aspetto risposta alcuna.
Serva per avviso à Vostra E. che quando ben' ella consenta à questo negotio ad ogni modo la difficultà del praticarlo non sara picciola perche il solo sentirsi parlare di Pamphilio, e non vedersi, che io faccia l' esclusione, darà facilmente ad intendere, che ci è sotto qualche misterio di parentado ò d' altro, nel qual caso gli Spagnuoli, Fiorentini, et altri mal' affetti alla Francia li saranno contra; onde io vò lambiscandomi il cervello per trovar modo se si potrà, che la medicina dello stomaco non porti pregiuditio al fegato; e quella del figato non pregiudichi allo stomaco.
Conchiudo questa mia lettera con dire à Vostra E. che in questo Trattato si è voluto da una banda, e l' altra schivare la trasgressione delle Bolle, de sacri Canoni, e l' incorso delle censure, e d' ogn' altro pregiuditio; e però non se è proceduto, ne si procedera à patto, ò promessa alcuna, nè ad altra che sia vietato dalle suddette Bolle, e ratione canonica. Nondimeno io hò per indubitato, che tutto si eseguità con buona fede; e per quello, che tocca alla dichiaratione del Cardinale Barberino à favore della Francia: questa non hà, che fare nè con le Bolle, nè con le censure; e però ne hò voluto la sciurezza in mano.
Sò, ch' è superfluo, che io raccomandi à Vostra E. uno secretissimo e religiosissimo segreto perch' ella con la sua prudenza conoscerà, che importa infinitamente per infiniti, e gravissimi rispetti; mà non lascerò di dirle, che anco gli andamenti del Cardinale Bichi mi pongono al solita in qualche apprensione, ch' egli cerchi diridurci in necessità di qualcheduno, che stia bene particolarmente à lui. In che però potrebbe essere, che io m' ingannassi, ma un altra volta ne diro à V. E. i particolari. Egli tratta continuamente con i nostri nemici. Vò pensando, che si come ne gl'interessi di qualche altro Cardinale si puo temere, ch' egli andarebbe quando potesse sperare la promotione del fratello; cosi in questo di Pamphilio non si mostrarebbe forse retrosissimo quando potesse sperare ò l' Arinesconado ò la Vecelegatione d' Avignone, ò qualche cosa simile. Se V. E. anche in questo particolare di fermer di testa il Cardinale Bichi stimasse di potermi aiutare ò con scrivere un Viglieto generico, e credentiale à tutti questi Signori del nostro partito remissino à me, ò in altro modo; mi rimetto à ciò, che la sua prudenza si risolverà di fare. Ben dico, che non vorrei essere oligato ad aprirmi con lui di questo negotio senza haver prima cauto in mano da non temere, ch' egli me lo rovinasse ò con scooprirlo fuor di tempo, ò in altra maniera.
Nello Scrutinio di hieri il Cardinale S. Marcello hebbe ventuno voti, nè questo è troppo buon segno per gl' interessi della Francia, nè della fattione Vrbano; e ci è chi crede, che il Signor Cardinale Bichi vi sia concorso benche nè faccia niuna in contraro.
When Antonio Barberino speaks in this document of "Cardinal Barberino", he has two relatives in the Sacred College, his uncle, Cardinal Antonio Barberino, OFM.Cap., and his brother, Cardinal Francesco Barberino.
Michael of Portugal, Bishop of Lamego (1636-1670), son of the Count of Vimioso, of the royal family of Portugal [P. Gauchat, Hierarchia catholica 4 (Monasterii 1935) p. 213 n. 6]. He represented the interests of Portugal at the Court of Rome. He was the victim of an attack in broad daylight by a group of bandits, allegedly suborned by the Ambassador of Spain, and several of his entourage were killed or wounded [A. Chéruel(editor), Lettres du Cardinal Mazarin pendant son Ministère Tome II (Paris 1879), p. xx and p. 148 n.2, citing a letter of Nicolas Bretel de Grémonville to the Comte de Brienne (March 6, 1645)].
©2014 John Paul Adams, CSUN
john.p.adams@csun.edu