Sede Vacante 1644


July 29, 1644—September 15, 1644

Letter of Cardinal Antonio Barberini the French Ambassador

(September 9, 1644)


Vittorio Siri, Consigliere di Stato et Historiografo della Maestà Christianissima,   Del Mercurio, overo Historia de' correnti tempi,  Tomo IV, parte secondi  (Casale: Giorgio del Monte 1655),  p. 670-673:

 

La prima parola, ch' io hò potuto intendere, che 'l Cardinale Theodoli habbia seguito i sensi del Re in adoperarsi per l'esclusione di S. Clemente, prego V. E. à permettermi, ch' io le dica essere quella, che intendo adesso permezzo del suo biglieto in data de 5. corriente; poiche non mi ricordo, che nella Cancellaria seguisse altro, che un discorso de' soggetti tra' quali quelli de sperarme miglior' esito senza dubbio giudicai potessero essere Sacchetti, et Altieri desiderati quanto ogn' altra creatura.  Secondo l' apparenza stimai ancora, che S. Clemente [Vincenzo Maculani, OP] dovesse essere difficile, non però per discorrere in tal forma quando anche il mio giudicio se ha fusse reso impossibile stimavo si potesse credere, che pravenisse dall' interesse del P. Maestro del sacro Palazzo [Michele Mazzarini, OP], se ben' è vero, che questo riguarda mi fece anche desiderar meno questa pratica.  La difficultà poi dell' altre mi vi hà fatto condescendere con più pensiero dell' istesso Padre Maestro, che de' propri miei interessi, poiche circa questi non havevo cerova casa alcuna; e circa la persona del Padre havevo fatto tutto ciò, ch' era possibile per sperare con fundamenta ogni suo vantaggio, havendo posto la mia sodisfatione, che nella sua persona risplendesse tutta la mia efficacia, tanto più, che se mal non mi ricordo, mi havea alle Quattro-Fontane detto V. E. che'l Cardinale Mazzarini havea mostrato di stimare S. Clemente soggetto à proposito per la Francia non ostanti le male sodisfationi col fratello; il che hà dato à me maggiore facilità per inclinarvi facendo ben valere questa consideratione con S. Clemente per dedurre ogni motivo più favorevole al detto P. Maestro.  Mi ricordo ancora, che di altri soggetti fù discorso come di non convenienti alla Francia, e che quando si potesse far di meno di concorrere in loro si dovesse fare; mà assolutamente non seppi raccogliere la loro esclusione non potendolo fare da un discorso, che non ferma se non prudentialmente le massime da partirsene secondo, che gli accidenti fanno necessariamente variare le stesse massime. Ne à me pare, che altra deduttione possa farsi da quello hò havuto l' honore di discorrere con V. E. e con questi altri Signori, tanto più, che l' istessa Instruttione della Regina per l' esclusione di Pamphilio diceva assai chairamente, che solo si restrigneva ad escludere il Cardinale Pamphilio, e che però gli parea di richiedere un' affare tanto più riuscibile, e conveniente, non desiderando nel' resto, che un buon Pontefice secondo, che si fusse giudicato espediente, ò cose simili; non mi raccordando io per appunto le parole precise dell' Instruttione.

Non lasciai ancora di dire in qualche proposito, ch' era molto fallace il giudicio delle cose, che si dava fuori del Conclave perche quivi era sempre convenuto à tutti mutar più, e più volte le determinationi; e che hoggi con la Bolla era certo, che più sarebbe occorso di farlo.  Ne sarà nuovo, che io le dicessi, che non mi sarei caricato d' altre esclusioni particolarmente contra le creature per non rendermi affatto esoso alla fattione; oltre ch' è certo, che due esclusioni non possono mantenersi; il che non lascio di notificare à V. E. anche in continentione del zelo immutabile, che hò per la Francia, non mi potendo nè meno dar maggior forza à mantenere due esclusioni, anche il non nascer questa di S. Clemente dal puro riguardo del P. Mazzarini, ma da relationi havutesi in Francia del detto Cardinale, quali saranno certamente procedute da chi gli vuol male, essendo io assai informato de' suoi affari.

Non si deve porre in dubbio, che gl' interessi del Padre Mazzarini mi sieno stati sempre à cuore in estremo, e tanto più lo sarebbono quando vedo V. E. ne' medesimi sentimenti; mà non tutto è possibile, onde meglio sarebbe à mio credere, ch' l medesimo Padre rendesse la parola à qualchuno, che gli è l' hà data contra il Cardinale S. Clemente, e cosi s' obligasse ancora questo soggetto per tutto quello potesse accadere della sua esaltatione, quale non sortendo, egli non può perdere cosa alcuna; & in ciò doverebbe il P. Maestro credere più a' buoni amici, come V. E. & io gli siamo, che ad altri appassionati contra il medesimo Cardinale, e che non sono cosi coperti come lui dalle proprie qualità, e da gli amici, che lo serviranno sempre, come à V. E. hò detto di sopra di haverlo servito io in questa stessa pratica, e dal rispetto, che si dovrà in ogni tempo alla Corona, mentre anche non può nuocergli che questo, & ogn' altro soggetto restando ancora Cardinale resti non nemico; nè essendo questa consideratione tale, che possa nuocere alla Francia.

Torno à dire, che quando le due esclusioni ci sieno, impossibile sia il sostenerle; dal che non sarà à V. E. difficile il raccogliere sopra che cada la mia protestatione, e la preghiera di restare scarico da gli oblighi, che un si rendono insopportabili in tal modo, e non di quello de gli affari del Re: scorgendo bene, che questa interpretatione cosi diversa dal vero, come per me suantaggiosissima potrebbe cadere in mente di persone appassionate mà non di V. E. medesima, che appunto non lascia di darmene tutti quei più favoriti consigli, che mi sarebbono necessarij quando havessi potuto pensare à cosa così fuor di proposito, alla quale hò somma consolatione di non haver mai nè pur pensato; il che miu assicuro, che sarà anche à V. E. di gran contento per conoscere, che un suo servitore, come io le sono, non è così fuor di se.

Per corroboratione di questo supplico V. E. à ricordarsi, che nella mia de' 4. antecedente all' altra breve de' cinque stante interpretata à tanto mio svantaggio vi è, d' essere per portarmi subito, seguita l' elettione à dar conto alle Maestà christianissime delle mie attioni personalmente dal che consta chiaramente la discrepanza, che sarebbe col concetto di liberarsi da quel servitio di Sua Maestà, ch' io hò sempre stimato per me tanto glorioso, e che con tanta pena hò cercato di mantenermi in mezzo à tante contradittioni.  Rendo però gratie à V. E. singularissime, etc.

Di Conclave 9. Settembre 1644.

Servitore di cuore,

Il Cardinale Antonio Barberino

 


 

 

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April 22, 2014 3:58 PM

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